Argomento: amore

Il coraggio di emozionarsi

"Il coraggio di emozionarsi significa trovare il coraggio di incontrare l'altro, il mondo, di fare esperienze che ci connettano ed allo stesso tempo ci individuino."

Principi e ranocchi: amori idealizzati e solitudini

Gli amori non ‘vissuti’ sono amori sospesi. Amori immaginati, fantasticati, idealizzati. Amori che spesso parlano di solitudini, di mancanze e di assenze.
L’assenza o l’attesa di un partner perché è lontano, impegnato, distante dal nostro mondo, idealizzato o immaginato, per quanto ci faccia soffrire, a volte riempie dei vuoti, spazi interiori inascoltati, proprio perché la nostra attenzione è tutta rivolta verso l’esterno, verso l’altro. Un altro che vive delle nostre fantasie più accese e speranze, la cui immagine però, al primo confronto con la realtà finisce per dissolversi in un mare di delusione.

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Incontrarsi

Incontrare l’Altro spesso innesca la possibilità di cogliere noi stessi da prospettive e significati diversi da quelli cui il nostro quotidiano ci aveva abituato.
È anche per questo che gli incontri, naturalmente quelli significativi, spesso ci turbano e ci rimandano il senso di poterci destabilizzare. Proprio perché ci costringono, in qualche modo, a confrontarci con il nostro mondo, le nostre credenze, i nostri valori, ma anche con le parti di noi più inconsapevoli e meno coerenti con l’immagine di noi stessi che spesso facciamo fatica a riconoscere, accettare ed esprimere.

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Storia di un inizio

Soffrire significa crescere, significa darsi delle opportunità.
Dipende anche e forse principalmente da noi cercare delle vie d’uscita da situazioni che sono ormai finite, che non accettiamo più. Per noi stessi e anche per chi ci stà vicino.

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Paura d’ invecchiare

Betty ed Odette, due donne, due percorsi personali diversi, ma che hanno un aspetto in comune: il timore d’invecchiare.
“Invecchiare è doloroso e atroce. Significa lasciare svanire, senza poter fare nulla, la soavità della pelle, la sua grana lattea, vederla macchiarsi, diventare flaccida e cadente; rinunciare agli sguardi che un tempo si posavano su di noi durante una passeggiata, sguardi bramosi, spesso affamati, che ci fanno sentire belle e appetitose, e la cui insistenza, la cui volgarità a volte, è una lusinga.”

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L’uomo che (non) amava le donne

“Bertrand ha inseguito la felicità impossibile nella quantità, nella moltitudine. Perché abbiamo bisogno di cercare in molte persone ciò che la nostra educazione pretende di farci trovare in una sola?”

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L’ altro come esperienza di Sé: Dusecka

Per Olga centrarsi sull’altro diventa l’unico modo per dare senso alla sua esperienza. E per cercare una definizione di sé.
Una direzione che la protegge anche dal giudizio del mondo. Perché lei è trasparente, è buona, è compassionevole. Una direzione che la posiziona rispetto alle aspettative e ai giudizi sociali dai quali ha sempre timore di essere sopraffatta.

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Potere e solitudine nella coppia

Ogni relazione è una ricerca di significati da condividere e di con-senso.
La costruzione di significati comuni nasce sempre dal confronto di storie, di significati personali che, in un dato momento si incontrano.
Fino a quando la relazione mantiene la sua caratteristica di reciprocità, in cui il partner viene riconosciuto nella pienezza dei suoi significati personali e nella sua unicità, il potere nella relazione è meno orientato a limitare la libertà dell’altro e sull’altro, mentre coopera alla ricerca dei significati comuni.
Quando, invece, la relazione perde la sua caratteristica di riconoscimento reciproco, maggiore sarà il senso di solitudine. E, in questo caso, il potere sull’altro diventa l’unico modo per riempire quel senso di insicurezza personale e di isolamento.

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Casa di bambola: l’inautenticità di sé nella coppia

“Quando ero a casa col babbo, egli mi comunicava tutte le sue opinioni, sicchè avevo le medesime opinioni. Ma se qualche volta ero d’opinione diversa, glielo nascondevo, perché ciò non gli sarebbe andato a genio. Mi chiamava la sua bambola e giocava con me come io giocavo con le mie bambole. Poi entrai a casa tua…” 

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Gli innamoramenti

“L’ abitudine può sostituire l’amore, non l’innamoramento…quel che è molto raro è provare una debolezza, una vera debolezza per qualcuno che comunque la produca in noi…che ci renda deboli…che ci impedisca di essere oggettivi e ci disarmi in eterno…”.
“Gli innamoramenti. Javier Marias.”

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